domenica 6 marzo 2022

DECRETATA LA FINE DELL'IDROSCALO DI OSTIA, SCENARIO DI UN INCIDENTE POLITICO

Il 28 febbraio scorso con Deliberazione di Giunta Capitolina n° 65, a guida PD, si è decretata la fine dell’Idroscalo di Ostia.  L’impianto della delibera, che ricalca pedissequamente quella della giunta dell’ex Sindaco Virginia Raggi, si differenzia esclusivamente per il seguente passaggio “Vista la complessità dell’opera [“sgombero e delocalizzazione degli abitanti in due nuovi insediamenti di edilizia residenziale sociale” e demolizione dei fabbricati, n.d.r.] prima di avviare le ulteriori progettazioni finalizzate alla realizzazione della stessa, sarà avviato un tavolo di confronto per dare vita ad un processo partecipativo con gli abitanti della zona di Idroscalo e con il Municipio X”. Edilizia Residenziale Sociale, non Residenziale Pubblica, si noti bene. 

Tradotto, 125 famiglie delle 500 che abitano l’Idroscalo di Ostia andranno nei due edifici che saranno costruiti su un’area destinata a verde attrezzato a Nuova Ostia, un'area a rischio R4. Le altre non si sa. Ma ai tavoli si aprirà il mercato delle vacche su chi ha diritto a qualcosa e chi nulla” sulla base (forse) di un nuovo censimento e criteri da definire, che comunque porterà una guerra tra poveri. 

Questa delibera ha creato, oltre ad una fortissima amarezza da parte della Comunità, un incidente politico tra il Municipio X e Roma Capitale, una frattura piuttosto grave.
Secondo quanto riferiscono anche gli Uffici, Roma Capitale ha forzato questa delibera, con la scusa che avrebbe perso i soldi del finanziamento regionale. La D. G. però esce a pochi giorni dal Consiglio Straordinario del Municipio X (tenutosi il 10 febbraio), in cui il Presidente del Municipio, Mario Falconi, celebrava giustamente con soddisfazione che ci fosse stato un voto unanime di maggioranza e opposizione (con l’astensione dei consiglieri del M5S), sui “due documenti con i quali si è espressa con forza la volontà di affrontare l’annoso e mai risolto problema degli abitanti dell’Idroscalo per evitare che molti cittadini ivi residenti da decenni debbano essere sradicati da quei territori che considerano anche affettivamente la loro naturale residenza”.
Nel documento presentato dalla maggioranza, oltre alla richiesta di completare rapidamente i lavori di messa in sicurezza idraulica al fine di ottenere un declassamento del rischio da R4 a R3, è stata espressa la volontà di istituire un tavolo fra cittadini, istituzioni ed enti competenti, con lo scopo di condividere e promuovere un progetto di riqualificazione urbanistica, ambientale e sociale dell’Idroscalo di Ostia, non due nuove palazzine a Nuova Ostia. Ma la Giunta Capitolina non era e non è dello stesso avviso e anzi esprime, attraverso l’Assessore alle Politiche Abitative, Tobia Zevi, un “orientamento abbastanza forte” nell’andare in direzione
ostinata e contraria, quella della delocalizzazione dell’abitato, e intima agli abitanti di “trovare i toni giusti con cui porsi, non quelli antagonisti con cui andrete a sbattere”. Se queste frasi sono gravi, ancora più grave è stata la dichiarazione che il Municipio “sta prendendo in giro” la comunità dell’Idroscalo.  Addirittura, alla richiesta di incontrare il Sindaco da parte degli abitanti, è stato risposto “Non funziona così, Gualtieri non viene all’Idroscalo. Il problema politico c’è”. 

Qualcuno ricordi a queste persone di nomina politica che Mario Falconi è il primo cittadino di questo Municipio ed è stato eletto primus inter pares. A lui, e solo a lui, spetta il compito di tutelare gli interessi collettivi della Comunità. Minarne il ruolo è un fatto molto grave e invitare a non essere 'antagonisti' con il vero padrone usando espressioni di fatto ricattatorie dà la misura dello spessore culturale e politico di certe persone che occupano un ruolo istituzionale. 

Nonostante le ottime intenzioni dell’amministrazione municipale di cambiare rotta, nonostante il lavoro che si sta facendo dietro le quinte soprattutto dell’Assessore al Bilancio Giuseppe Sesa, rimane innegabile che ai cittadini servono atti amministrativi e gli unici che esistono vedono la cancellazione della Comunità dell'Idroscalo. 
È irricevibile l’affermazione di Zevi che lo 'scontro' debba avvenire tra tecnici. Un film già visto per altro superato ai tempi della destra di Alemanno. 
Spezzatini, varianti, nuovi censimenti, interpretazioni sul quanto siano o meno vincolanti gli atti amministrativi capitolini assomigliano a buone intenzioni di cui è lastricato l'inferno, soprattutto perché è rimasto un solo anno, un anno di campagna elettorale per le regionali. 
L’obiettivo dell’Amministrazione Municipale era ambizioso e l’Idroscalo era solo una parte di un quadro molto più ampio di ridisegno del Litorale di Ostia, con l’acquisizione a patrimonio di tutte le aree del demanio marittimo del Lungomare, per poi demolire e ricostruire, in un quadrante di territorio dove si stanno giocando partite miliardarie, dalle case Armellini al raddoppio del Porto, alle concessioni balneari, che richiedono la massima vigilanza, trasparenza, legalità e lealtà nei confronti dei cittadini. 
Al di là di tutte le valutazioni urbanistiche, patrimoniali e di rischio idrogeologico, che saranno da noi affrontate in separata sede, ci auguriamo che gli abitanti comprendano chi sono i loro alleati e chi no, ma soprattutto di non diventare carne da cannone di beghe interne e piene solo di interessi immensi particolari e molto privatistici.
Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.

Paula de Jesus
Resp. Ambiente, Patrimonio e Demanio

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